La Tarantella
L’anno scolastico sta per finire e come sempre, noi della quinta elementare dovremo preparare la recita di fine anno. Oggi Suor Matilde, alla fine delle lezioni ci ha detto che avremmo dovuto provare la tarantella napoletana. Mi piace l’idea di ballare sul piccolo palco della scuola. Finalmente qualcosa di diverso. La nostra è una piccola scuola privata: Suore Catechiste del Sacro Cuore. Le suore hanno i vestiti neri. Il velo che copre la testa ha, intorno al viso, una piccola ghirlanda bianca inamidata che lo incornicia. Sul petto spicca un enorme cuore rosso trafitto. A volte quando lo guardo mi fa paura. Non credo che alle suore faccia lo stesso effetto. Loro sono contente di essere vestite così. Però, se ci penso, è strano che hanno pensato alla tarantella per chiudere l’anno.
Il prossimo anno andremo alle medie e non vedremo più le nostre maestre. Non vivremo più il calore di quelle stanze che ci hanno visto crescere, imparare a leggere e scrivere. Ma ora voglio solo pensare alla tarantella. Come mi vestirò? Chi penserà a realizzare il vestito da pacchiana (popolana) che dovrò indossare?
Zia Maria è al portone insieme a tutte le mamme. È in attesa che Gianni ed io usciamo insieme agli altri bambini. Sono tutta eccitata e non vedo l’ora di raccontarle della recita di fine anno. Zia Maria sa cucire molto bene, sicuramente ci penserà lei a non farmi fare una brutta figura.
“Wanda vieni a provare la gonna.”
“Stai attenta che ci sono gli spilli.”
“Non muoverti.”
“Adesso perdo la pazienza e smetto di cucire”.
Ma è solo una flebile minaccia. Con il passare dei giorni il vestito della pacchiana prende sempre più forma.
La camicia è bianca con balze ricamate. La gonna è di seta rosa con strisce nere. Il corpetto nero stretto con nastri è sopra la camicia e lateralmente alla vita c’è un fiore di stoffa rosa. In testa un fazzoletto inamidato identico a quello delle popolane.
Come tutte le bambine della mia età, mentre provo la gonna, mi vedo bella e aspetto con impazienza il giorno che dovrò ballare. Chissà cosa diranno i miei compagni. Sarò brava? Non sbaglierò i passi? Seguirò la musica? Poi mi toccherà suonare il tamburello. E come si fa?
Oggi sono finalmente sul piccolo palco. Davanti a noi ci sono le suore. La direttrice, Suor Dorotea, siede nei primi posti. Suor Matilde è con noi dietro il palco e ci sussurra cosa dobbiamo fare. Ci sono i genitori, i bambini di tutte le classi e c’è zia Maria che mi guarda. Il mio vestito è veramente bello.
Tutto è andato bene. Il ballo, la canzone, il tamburello fatto suonare al momento giusto. Il mio vestito è il più bello di tutti… sono veramente contenta.
Ancora una volta ringrazio la mia seconda mamma: zia Maria. Con il tuo sapiente lavoro, mi hai reso una bambina felice.
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