Quando ho iniziato ad ascoltare musica?
Quando ho iniziato ad ascoltare musica? Non le canzonette, quelle sono state ascoltate, e cantate, sempre. Specialmente nell’adolescenza come tutte le ragazze di allora, e non solo.
Nella nostra casa si ascoltava la musica in radio. Il nonno era un cultore dell’opera e dell’operetta. Cose desuete. Oggi non si sa neppure cosa sia l’operetta. Ricordo ancora quante arie ci faceva ascoltare.
La radio. Allora c’era solo quella. C’era anche il grammofono di mio padre con i suoi dischi 78 giri. Si poggiava il disco sul piatto, si cercava di mettere la puntina nel primo solco, con delicatezza per non graffiarlo e si ascoltava in un muto silenzio. I dischi di mio padre suonavano Jazz, erano residui della venuta degli americani a Napoli dopo la cacciata dei tedeschi da parte dei napoletani. Lo penso io perché nessuno mi ha mai spiegato la loro provenienza.
La mattina era la voce squillante di zia Maria che riempiva le stanze man mano che venivano rassettate. Credo che sia stato questo che ci ha portati, noi piccoli, ad amare la musica: tutti i generi, senza distinzione.
Man mano che si cresceva altri oggetti arrivavano in casa per ascoltare la musica. Il primo fu il Geloso, che era un giradischi portatile, regalato a Maria Luisa da nostra madre. Eravamo adolescenti e il giradischi veniva con noi al mare, insieme ai 45 giri delle canzoni attuali. Appena lo si faceva funzionare ecco che venivamo circondate da ragazzi e ragazze della nostra età, se non più grandi. Allora gli stabilimenti non mandavano musica ma solo la voce di un uomo, che chiedeva aiuto per piccoli persi nella bolgia di bagnanti che affollavano il Lido.
Arrivarono poi i registratori, anche loro ingombranti ma molto funzionali e, quello fu un oggetto che aveva Gianni. Fu un giorno che stavamo insieme nella stanza da pranzo che mi chiese di registrare la canzone “Sapore di Sale”. Con noi c’era anche Tonino, un caro amico e compagno di studi di Gianni. Fu molto divertente e ne fui contenta: la mia voce mi piaceva ascoltandola.
Ma la musica mi ha aiutata molto nei primi anni del mio matrimonio. Vivevamo ancora a Napoli e la mia vita andava avanti con molta monotonia. Il passaggio da una vita lavorativa intensa ad una vita di “casalinga” non mi soddisfaceva. Per di più erano giorni cadenzati da lavori casalinghi. Fare la mamma e la moglie, in un periodo che alla donna si chiedeva solo quello, era proprio ciò che non accettavo. E allora mi rifugiai nella musica. Ogni momento della giornata la musica mi faceva compagnia nel far trascorrere il tempo. Era diventata il mio rifugio, il mio raccogliermi a sognare.
Anche i miei figli sono cresciuti amando la musica come me. Tutta la musica senza distinzione: la classica, l’opera, la musica contemporanea, il jazz e tutto ciò che poteva essere “musica”.
Oggi continuo ad ascoltarla. Riempie i miei giorni e la mia solitudine. Ancora una volta, mi viene in mente il mio amato nonno che ci ha accompagnati, con la sua passione, a viverla e ad amarla.
Perché la Musica si vive e si ama.